A.D.G.P.A. e Gheroartè
con la collaborazione di
 
Prina Strumenti-Milano

hanno presentato

la 
seconda edizione  del

DADI   GUITAR   FESTIVAL

2005

Milano/Corsico
dal 10 marzo al 16 aprile 2005

 

DADI GUITAR FESTIVAL

- Seconda edizione -

 

Non è stato facile.

Da soli contro il "popolo della bruschetta" in una città come Milano che offre ogni sera centinaia di scelte a chi desidera passare una serata fuori casa: cinema, teatri, esposizioni e locali, tanti locali in cui si suona musica dal vivo.

La realtà, però, per i musicisti è meno rosea di quella che si potrebbe aspettare perché la musica è spesso declassata a sottofondo di un'uscita tra amici, costretta a farsi largo tra una discussione sul calcio ed un'altra dedicata al racconto dell'ultima conquista sentimentale o lavorativa.

In questo contesto l'A.D.G.P.A., con la preziosa collaborazione di Prina Strumenti, è riuscita a creare nella suggestiva sede dell'associazione Gheroartè un'isola felice in cui una delicata composizione polifonica o un assolo ispirato non debbano farsi spazio tra l'ordinazione di una birra alla spina o un panino alla boscaiola.

E la gente ha risposto positivamente: solo uno dei concerti in programma ha avuto, per chissà quale motivo, problemi di affluenza. Tutti gli altri hanno regalato ai musicisti il piacere di suonare davanti ad un pubblico numeroso ed appassionato.

Che la seconda edizione del Dadi Festival sia nata sotto i migliori auspici, d'altra parte, lo si è capito sin dal primo appuntamento. Quando Pietro Nobile ha iniziato la sua esibizione, infatti, non solo la sala era stracolma ma vi era ancora una discreta fila alla biglietteria.

Davvero indovinata la sequenza dei brani proposti, perchè la studiata alternanza di vecchie e nuove composizioni ha soddisfatto sia la voglia di risentire capolavori come "Waiting, "Paris la nuit" o "Snow ball" che la curiosità di scoprire le nuove proposte come l'ispirata "Transazione Minore".

C'è da dire che non solo la musica di Pietro Nobile si è evoluta ma anche il suo modo di proporsi in scena è cambiato. Alla timidezza degli esordi si è sostituita una tranquillità interiore che gli consente di instaurare un dialogo simpatico e rilassato con gli spettatori.

 

A differenza della prima, la seconda serata si è svolta all'insegna della totale improvvisazione e questo non solo per i protagonisti (tutti jazzisti) ma anche perché i tre musicisti non avevano mai suonato insieme in pubblico. La situazione era voluta ed attentamente studiata a tavolino.

 
Eravamo curiosi di assistere all'incontro di chitarristi accomunati dalla matrice jazz ma contraddistinti da caratteristiche molto diverse: Giovanni Monteforte, dotato di un fraseggio fluido e delicato, Ivo Meletti, "Maestro" delle elaborazioni armoniche e Sandro Di Pisa, eclettico ed imprevedibile.

Ognuno di loro ha avuto modo, durante il concerto, di esibirsi singolarmente, offrendo momenti di grande qualità artistica.

In particolare, Giovanni Monteforte ha dedicato al Gruppo di Lettura "Karta Bianka" (che anche in questa edizione del Festival ha aperto le serate leggendo al pubblico suggestivi racconti brevi originali) un brano improvvisato dalla intensissima carica emotiva.

Ivo Meletti, invece, ha proposto delle versioni personali di composizioni come "Yesterday", "Nel blu dipinto di blu", New York, New York" mostrando una tecnica ed una sensibilità davvero fuori dal comune. Sandro Di Pisa, simpatico e comunicativo, ha spaziato dal jazz al pop proponendo, tra l'altro, composizioni senza tempo come uno dei maggiori successi dei Bee Gees o la magnifica versione di un classico italiano:"Senza fine".

 

Venerdi 18 marzo si sono esibiti due chitarristi molto diversi tra di loro: Gianni Bergamaschi e Gae Manfredini.

Bergamaschi, sacrificando un po' la naturale propensione al dialogo con il pubblico, ha dimostrato una volta di più di non essere solo un personaggio che ha nella cultura e nella proprietà di linguaggio due evidenti punti di forza ma anche di essere un chitarrista-compositore di valore assoluto.

Pregevolissima la sua suite di 14 minuti dedicata a Cosette, un personaggio de "I Miserabili"; suite articolata come una storia divisa in nove paragrafi, tra i quali: "Passi nella neve", "Ninna Nanna" "Una storia da rubare" "Navigli", "Waiting for You".

Gae Manfredini, pioniere italiano del genere rock melodico, ha animato la seconda parte della serata con una grinta ed una classe straordinarie.

Non è facile offrire una prestazione ispirata essendo obbligati a suonare con le basi. Gae lo ha fatto mettendo cuore e passione in ogni nota.

Particolarmente apprezzata è stata la sua riproposta di "Song for July" ma molto successo hanno riscosso anche i brani tratti dal suo ultimo CD "Instrumental Treatment".

Il 24 marzo è toccato a Gigi Cifarelli animare la scena.

E' stato lui stesso, durante la serata, a definirsi "Duracell" e, in effetti, la sua è stata l'esibizione più lunga dell'intero Festival.

Musicista superdotato, Gigi, in tre ore di concerto, ha stupito, affascinato, deliziato e coccolato i presenti con cover, brani originali ed improvvisazioni di rara efficacia.

Un doveroso ringraziamento va alla Heritage Guitars per l'apporto fornito all'organizzazione della serata.

Il ringraziamento va esteso anche alla Wilder/Schertler per averci consentito di presentare al pubblico del Festival un musicista come Vincenzo Zitello, unico non chitarrista della rassegna.

Davanti ad una sala gremita Zitello ha suonato con rara perizia la sua arpa celtica, raggiungendo un livello di abilità tale da consentirgli, nel finale, di suonare ben due arpe in contemporanea.

Immediatamente adottato da un pubblico composto im maggioranza dagli amanti della sei corde, Zitello ha avuto un'accoglienza a dir poco calorosa, sfociata in diverse richieste di "bis".

A dividere con lui la serata è stato Walter Lupi, celebre chitarrista fingerstyle milanese.

Inaspettato l'inizio della sua esibizione.

Che Walter avesse uno spiccato senso ritmico lo si sapeva ma nessuno, certo, si aspettava come brano d'esordio un vero e proprio assolo di batteria di 5 minuti eseguito utilizzando la cassa della chitarra come se fosse uno strumento a percussione.

D'altra parte una delle caratteristiche più spiccate di Lupi è l'imprevedibilità: sono davvero pochi i musicisti capaci di sperimentare e migliorarsi in continuazione come fa lui.

Un'ottima prestazione la sua, quasi integralmente dedicata alle composizioni più recenti.

Venerdì 8 aprile è venuto il turno di Sergio Fabian Lavia e Dilene Ferraz, la coppia che lo scorso anno ha aperto la prima edizione del Dadi Guitar Festival e che è stata chiamata ad esibirsi anche nella seconda a furor di popolo.

Un trionfo annunciato per i due artisti, che hanno terminato il concerto tra le prolungate ovazioni del pubblico.

La formula del loro successo è tanto semplice quanto difficile da imitare, poichè per riuscirci è necessario possedere almeno tre ingredienti: Simpatia, entusiasmo e virtuosismo tecnico.

 

L'ultimo concerto ufficiale del Festival ha avuto come protagonista uno dei più colti musicisti italiani.

Chitarrista, pianista, scrittore, professore universitario, Paolo Cattaneo più che ad un concerto ha dato vita ad un incontro dedicato al tema della musicoterapia.

Alternando brani musicali al racconto di alcune interessanti esperienze professionali, Cattaneo ha saputo mantenere altissimo il livello di attenzione dei presenti, grazie anche all'apporto di alcuni prestigiosi ospiti, impegnati anch'essi nel campo della musicoterapia.

 

La manifestazione, però, si è definitivamente conclusa solo il 15 aprile con una serata annunciata come:"Le chitarre che hanno fatto la storia della musica moderna"; serata curata dagli amici di Prina Strumenti di Milano.

Paola Prina, la titolare, ha letteralmente invaso la sede di Gheroartè con chitarre di grandissimo pregio in rappresentaza di marche come Fender, Gibson, Gretsch, Paul Reed Smith ecc.

A suonarle in successione è stato il bravissimo Luca Vaghi, chitarrista emergente dal grande avvenire. A sostenerlo musicalmente sono stati Beppe Ippolito alla chitarra e Leonardo Mastronardi al basso mentre a presentare la serata ed illustrare le caratteristiche delle chitarre utilizzate è stato l'esperto e disinvolto Paolo Dovera.

 

Al termine della prima edizione del Dadi Guitar Festival avevamo espresso la speranza di riuscire ad organizzarne una seconda. Dopo l'evidente successo del Festival 2005 ogni incertezza è svanita e così, con l'indispensabile aiuto di Gheroartè e Prina Strumenti, siamo già al lavoro per varare la terza edizione di una manifestazione che sta diventando un punto di riferimento per i veri appassionati della musica per chitarra.

 

- per maggiori informazioni sugli artisti -

 

I concerti si sono tenuti
presso la sede dell'associazione culturale Gheroarté

Gheroarté c/o Stazione FS di Corsico - via Gramsci, 4 - 20094 Corsico (MI)

Tel./fax 02 45103113 

 

COME ARRIVARCI

Per raggiungere la sede dei concerti: treno linea Milano P.ta Genova- Mortara oppure MM Romolo e bus 324

IN AUTO : Imboccare via Ludovico il Moro da Porta ticinese e poi costeggiare il naviglio sino al ponte
posto all'ingresso di Corsico. Attraversare il naviglio e seguire le indicazioni: Stazione F.S.

 

EDIZIONE 2004