GLI ARTISTI 2023

 

Pietro Nobile

Ha iniziato a suonare la chitarra all'et di 16 anni completamente da autodidatta, sulle orme di grandi maestri quali Marcel Dadi, Lenny Breau, Chet Atkins, Earl Klugh, Jerry Reed, Merle Travis.
Ha intrapreso giovanissimo l'attività concertistica solista: già a 20 anni a Parigi invitato a suonare la chitarra acustica da Herbert Pagani e Marcel Dadi, con il quale ha condiviso alcuni concerti
ed un breve tour in USA.
nel 1986 ha iniziato a scrivere per la rivista Guitar Club una rubrica fissa dal titolo "Fingerstyle Jazz" ed è diventato endorser per le chitarre acustiche Ovation distribuite in Italia da M. Casale Bauer.
Nel 1987 Emi ha pubblicato il suo primo disco Waiting, prodotto da Alberto Radius.
Nel 1988 ha iniziato ad insegnare al CPM di Milano tenendo un corso monografico sul fingerstyle. Dal 1991 al 1993 ha partecipato alla Rassegna Mondiale della Chitarra di Issoudun in Francia, invitato dallo stesso Marcel Dadi,
il primo italiano ad avere questa possibilità.
La rivista Guitar Club lo ha eletto miglior chitarrista acustico italiano per gli anni 1991, 1992 e 1994.
Nel 1992 in qualitò di dimostratore ufficiale per Ovation ha partecipato a "The Ultimate International Ovation Seminar" negli USA insieme a Marcel Dadi ed stato uno dei fonfatori dell'A.D.G.P.A Italy.

Nella sua carriera ha partecipato a numerose trasmissioni televisive sulle reti italiane ed estere oltre a collaborare con Franco Mussida, Gatto Panceri. Nanni Svampa e Mario Lavezzi.
Ha pubblicato il libro didattico edito da Carisch La chitarra Fingerstyle-Preparazione e tecniche di base ed il CD La città dei sogni, che contiene un brano utilizzato per la compilation di grande successo (solo in Italia 90.000 copie vendute) Eterea pubblicata da Emi.
Successivamente ha inciso i CD Volo libero e Indefinito Infinito.

Ha partecipato per due anni consecutivi al Montreux Jazz Festival con in due memorabili concerti solisti.
La sua attività didattica lo ha portato a diventare padrino della sezione di chitarra acustica per la Fondazione "Little Dream Foundation" di Phil e Oriane Collins a Ginevra.

 

 

Alberto Grollo

Sicuramente uno dei chitarristi "storici" più prolifici della musica italiana, avendo prodotto finora una cinquantina di album, alcuni dei quali venduti in tutto il mondo con la casa discografica olandese Oreade: Due di questi sono stati votati dalla rivista Suono "migliore album di musica strumentale italiana del 1998 e 2000" . Il disco Reiki heart è arrivato nella top ten americana di musica ambient ed ha vinto un disco d’oro. Attualmente secondo chitarrista italiano per numero di streaming su Spotify.

Molti suoi brani vengono trasmessi su molte linee aeree europee come musica di rilassamento ed utilizzati per sonorizzare film, documentari e pubblicità.

Anche l’attività dal vivo è intensa: ha aperto i concerti di James Taylor, dei Byrds e di Carlos Nunez, venendo chiamato a suonare sul palco come ospite, ed ha partecipato a manifestazioni fondamentali quali Folkest, Euromeet, Venetojazz, Soave guitar meeting, Festival del Mediterraneo, Sarzana Acoustic Guitar festival, Madame guitar, Franciacorta acoustic festival, Dolomitinmusica, Festival della canzone d’autore di San Remo, Festival internazionale del cinema di Venezia e Biennale-Arte di Venezia.

Apparizioni di rilievo al più importante festival chitarristico europeo a Issoudun in Francia nel 2003 e nel 2012, al festival internazionale di Nashville (USA) nel 2007 e all’Istituto italiano della Cultura di Londra nel 2008, 2009, 2010 e 2012.

Ha suonato in USA, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Croazia.

Ha prodotto il video didattico "Introduzione alle accordature aperte" (Playgame)

Nel 2000, per il suo disco "Dolomia" viene insignito del premio " Protagonisti della montagna", riservato ai più significativi personaggi di sport, arte e cultura.

E’ stato inserito in varie enciclopedie, fra cui "La grande guida alla musica New Age" ed" I grandi artisti di New Age" ed in innumerevoli compilations italiane e straniere.

Già docente di "Chitarra moderna" presso l’Istituto Musicale Arnaldo Benvenuti di Conegliano (TV), ha collaborato con le riviste musicali "Chitarra Acustica", "Folk Bulletin" e "Playmusic" con recensioni di Cd, libri musicali e concerti dal vivo.

In collaborazione con l’UNESCO ha composto due Sinfonie, dedicate alle Dolomiti e a Venezia con la sua laguna. Sempre con l’UNESCO nel 2011 realizza un progetto musicale dedicato al fiume Sava, principale affluente del Danubio. Scrive nel 2016 la commedia musicale "Non c’è luce senza ombra". Nel 2018 produce il disco "Canzoni della Terra" e nel 2020, con Marina Carosi, scrive il libro "Il Rosso e il Nero", entrambi dedicati alla memoria del cantautore Massimo Marzi.

 

 

Sergio Arturo Calonego

Sergio Arturo Calonego suona la chitarra accordata esclusivamente in DADGAD: Ha all’attivo un’importante attività concertistica, ormai più di 800 concerti, che lo ha portato a esibirsi in clubs e prestigiosi Festival dedicati alla chitarra, world music e canzone d’autore.

Con un approccio intuitivo ed informale ha costruito un linguaggio molto personale. Nelle sue composizioni sono percepibili influenze che vanno dal blues al jazz alla musica latina, etnica e classica.

Ha ricevuto da Mogol la Targa SIAE nel 2014 ed è stato premiato dalla ADGPA ( Atkins Dadì Guitar Players Association ) quale chitarrista emergente per il 2015.

Nel 2016 ha ricevuto da Franco Mussida (PFM) il riconoscimento "L’Artista che non c’era" per la musica strumentale.

Ha collaborato alla musica di "Body & Sound" il film del regista Alberto Nacci premiato all’Hollywood Film Festival di Los Angeles.

 

Sito web:

https://calonegomusic.wordpress.com/ 

Canale You Tube:
https://www.youtube.com/sergioarturoCalonego 

 

 

SOHAM
Christian Laborde & Dalila Azzouz

Christian LABORDE

Chitarrista, compositore e arrangiatore di formazione classica, Christian Laborde è uno dei più noti e celebrati chitarristi acustici francesi.

Creatore di una scuola di Fingerpicking già nel 1979 è da allora un protagonista assoluto della scena chitarristica nazionale ed internazionale.

Sino al 2001 ha tenuto la rubrica "Marteau Picker" sulla prestigiosa rivista Guitarist e in seguito ha più volte collaborato con Guitarist Acoustic.

Con Jean-Felix Lalanne ha avuto l'onore di partecipare alla registrazione del mitico album di Marcel Dadi "Dadi deux Guitares!" e, successivamente, nell'album "Guitar Legend Vol. 1" del Re del Fingerstyle.

Vanta inoltre un'ampia discografia personale e tra le sue collaborazioni vi sono quelle con il chitarrista classico Benoit Albert, con quello rock-blues Michel Fraisse quello "Latino" Joseph Lipomi.

In più di quarant'anni di carriera ha avuto la possibilità di esibirsi nei principali Festival internazionali sia da solo che con i Soham, il gruppo nato nel 1992 dalla unione artistica con sua moglie, la cantante Dalila Azzouz.

I Soham possiedono una personalità artistica molto originale che li situa di diritto nel mondo cantautorale di alto livello.
Non a caso vantano un rapporto di amicizia/collaborazione con Francis Cabrel, il popolare artista che ha scritto canzoni ormai diventate veri classici della musica francese.

 

Dalila AZZOUZ-LABORDE

Dotata di una voce affascinante sostenuta da una grande tecnica vocale, è in grado di offrire interpretazioni intense, impreziosite da passaggi emozionanti grazie alla capacità innata di passare da atmosfere vellutate ed intimistiche ad altre in cui gli attacchi si fanno rauchi per la passione interpretativa.

Oltre ai tour con i Soham, ha partecipato a numerosi spettacoli come "Le Patakez Musik Show", "Rim'Elles", "Tous en Trenet", "MoonRose" et "Team Soul".

La sua discografia è composta dagli album con i Soham, l'album "Porte-Plume" e la partecipazione ai dischi di Francis Cabrel, Daniel Seff e Jordi Barre.

 

 

Bluegrass Stuff

Il Bluegrass è un genere musicale creato da Bill Monroe nel Kentucky all’inizio degli anni ’40. Originato dalla country music integra importanti influenze folk da parte delle comunità di immigrati europei e di blues dalla cultura nera. Caratterizzato da uno spiccato virtuosismo strumentale, come nel jazz ogni strumento a turno improvvisa un solo. Il bluegrass ha influenzato a sua volta il rock&roll degli anni ‘50.

Attraverso le vicende del più longevo gruppo bluegrass italiano si possono ripercorrere le fortune di questo genere musicale dagli anni ‘70 ad oggi.

Bluegrass Stuff è stato fra i primi gruppi musicali, negli anni 70, a promuovere il bluegrass in Italia.
Ancora attivo è un gruppo che vanta una consolidata esperienza internazionale e una discografia di tutto rispetto.

Massimo Gatti Mandolino e Voce

Luca Bartolini Voce solista e Chitarra

Francesco Mioli Voce solista e Banjo

Massimiliano Ghirardelli Contrabbasso e Voce

 

I Bluegrass Stuff  nei loro quarant’anni di carriera hanno contribuito a far conoscere in Italia uno dei generi più influenti della musica americana del novecento, rimasto sostanzialmente sconosciuto fino a quel momento.

Nel 1977 quando il gruppo di giovani milanesi decise di dedicarsi ad un genere musicale per il quale non solo non esisteva una scena italiana, ma nemmeno metodi didattici o altri musicisti con cui confrontarsi, in Italia, accanto al declino del rock, andava affermandosi un forte interesse per la musica acustica e folk, ben al di là dei confini politici e sociale del folk revival che pure, di tale interesse, aveva rappresentato il principio.

In quegli anni i concerti di musicisti europei quali Alan Stivell, Fairport Convention o americani come David Bromberg, Peter Rowan, Bill Keith ecc. richiamavano un tale numero di giovani, gli stessi che frequentavano i concerti degli Inti Illimani e di Francesco Guccini.

In questo circuito i Bluegrass Stuff trovarono i primi spazi e contesti in cui esibirsi e farsi conoscere.

, oltre ad incontrare un pubblico ricettivo e interessato. Alcuni luoghi furono determinanti non solo per la diffusione della musica acustica americana in Italia, ma per l’evoluzione stessa della band.

Nel 1975 era nato, a Milano in via Mortara, un nuovo spazio culturale che si chiamava La Corte dei Miracoli.  Inizialmente pensato per il cabaret, il locale si aprì presto alla musica, diventando un punto di ritrovo per la neonata scena bluegrass e old-time milanese. Fu proprio a La Corte dei Miracoli che, nel 1979, i Bluegrass Stuff incontrarono Peter Rowan e Bill Keith, musicisti di spicco del bluegrass statunitense ed  iniziarono davvero a comprendere lo stile, l’intenzione e la complessità del bluegrass.

Nel 1982-83 Pierangelo Valenti, Ponderosa Music e la rivista Hi Folks!, diretta da Ezio Guitamacchi, si fecero promotori delle prime due convention italiane di musica old-time e bluegrass che si tennero al Ponderosa Ranch di Tradate e rappresentarono l’evento fondativo di una comunità di appassionati. Le esibizioni di entrambe le convention furono raccolte e pubblicate in due vinili, divenuti oggi rarità molti ricercate.

Nel 1985 i Bluegrass Stuff furono invitati da Renzo Arbore alla trasmissione Quelli della notte, registrando una tra le prime apparizioni, sulla tv nazionale, di una band bluegrass.

Nel frattempo era nato nel 1988, da una costola dei Bluegrass Stuff, un progetto parallelo – denominato Hot Stuff – che vedeva di nuovo Massimo Gatti al mandolino, Ruben Minuto alla voce e al basso, Dino di Giacomo alla chitarra.

Al banjo si alternarono alcuni virtuosi dello strumento, tra cui Claudio Parravicini, Jens Krüger e Jean Marie Redón.

Nel 1988, in Svizzera, avvenne un altro incontro fondamentale, ossia quello con Bill Monroe, il padre fondatore del bluegrass. Il concerto fu un’esperienza illuminante e trasformativa per il mandolinista Massimo Gatti fondatore e leader storico della band – il quale racconta di aver davvero compreso il bluegrass grazie all’esibizione di Monroe. La sera stessa, infatti, compose lo strumentale Bluegrass Vision.

I Bluegrass Stuff oltre ad avere un ruolo fondamentale nella storia del bluegrass italiano, furono i primi a portarlo oltreoceano.
Nel 1992 l’IBMA (International Bluegrass Music Association) pubblicò un CD Long Journey Home. A Collection of Bluegrass from all over the World e gli Hot Stuff, con Jens Krüger al banjo, sono stati inclusi con Bitter Tears un oscuro brano di bluegrass dei Tanner Brothers una band di Philadelphia degli anni ’60.
Lo stesso anno furono la prima band italiana invitata ad esibirsi all’ IBMA Fan Fest, l’evento più importante per la scena bluegrass mondiale.

Un altro importante progetto che vide la partecipazione di Massimo Gatti furono gli EuroGrass, una formazione di bluegrass transnazionale che si esibì per sei anni nei principali Festival europei ed americani.

Nel ‘96 è stato pubblicato un album intitolato Made In Europe per l’etichetta olandese Strictly Country Records.

Lungo gli anni successivi i Bluegrass Stuff, ormai riconosciuti come una delle band di riferimento per il bluegrass a livello europeo, condivideranno il palco con molti artisti statunitensi tra cui Josh Grave, Kenny Baker, Peter Rowan, Jim Eanes, Tim O’Brien, Weary Hearts, Allison Brown. Non solo.
Nel 2001 si sono esibiti al Palalido con Dario Fo, all’interno di una grande iniziativa a sostegno della lista «Miracolo a Milano» con Franca Rame candidata.

Gli anni 2000 sono stati gli anni della consacrazione internazionale della band, come testimoniano i molti premi ricevuti:

2nd place Best Bluegrass Band of the Year EWOB 2000 Voorthuizen (Holland) 1st place Audience Award "Group of the Year" EWOB 2002 Voorthuizen (Holland) 1st place Best Bluegrass Band of the Year EWOB 2004 Vöhringen (Germany) 1st place Best Bluegrass Band of the Year EWOB 2006 La Roche sur Foron (France) 2nd place Audience Award "Group of the Year" EWOB 2009 Voorthuizen (Holland)

Il loro ultimo lavoro discografico, Bluegrass Vision, inciso con una formazione profondamente rinnovata, ritorna ad un bluegrass contemporaneo con arrangiamenti di brani di cantautori americani e tre strumentali inediti. Una scelta originale, rispetto alle precedenti produzioni dei Bluegrass Stuff, ma allo stesso tempo classica. Dagli anni sessanta in avanti, infatti, il bluegrass ha sempre guardato alla country music, e ai cantautori che ruotavano attorno a quell’industria, come ad un ricco bacino da cui attingere canzoni.

 

Tony McManus

McManus è nato nel 1965 nella città di  Paisley, nelle  Lowlands scozzesi, da una famiglia di origini irlandesi. Studiava chitarra da autodidatta e si nutriva della collezione di dischi di musica celtica dei genitori.

Il nome di Tony iniziò a diffondersi per le sue esibizioni durante le  sessions  (incontri di musicisti tradizionali in locali pubblici o in case private) tra Glasgow e Edimburgo e da lì inizò a fare concerti veri e propri in giro per la Scozia, fino ad arrivare a fare delle trasmissioni per la radio della  BBC.
La fama internazionale arrivò col suo primo album, Tony McManus.

La consacrazione, invece, arrivò col terzo album, dal titolo  Ceol more, del 2002, che gli valse numerosi premi internazionali.
Cominciò a essere invitato nei più importanti festival dedicati alla chitarra acustica e fioccarono le collaborazioni con molti musicisti di fama (Beppe Gambetta ("Men of Steel"), Pierre Bensusan, Martin Simpson, Paddy Keenan, Tommy Emmanuel, Alasdair Fraser, Alain Genty e ultimamente in duo con Julia Toaspern).

Nonostante si sia dedicato anche a linguaggi musicali diversi (compresa la musica classica e il jazz) la sua fama resta legata indissolubilmente al modo in cui è riuscito a interpretare la musica celtica con il suo incredibile fingerstyle.

Il compianto John Rembourn lo ha definito  il più grande chitarrista celtico di tutti i tempi.

La cosa che contraddistingue il  fingerpicking  di McManus è il modo in cui introduce nel suo fraseggio gli  abbellimenti, facendo suonare la chitarra in modo incredibilmente simile a un tin-whistle, un violino o una cornamusa scozzese. Un miscuglio impressionante di virtuosismo e sensibilità fuori del comune.

                                                                                                      (grazie a Luca Ricatti)

www.tonymcmanus.com 

 

Ricky Gianco

Ricky Gianco, pseudonimo di Riccardo Sanna, è un cantante, chitarrista, compositore e produttore discografico italiano.
Al pari di altri urlatori che hanno iniziato la carriera nei tardi anni cinquanta è considerato uno dei padri della musica rock italiana.
Definito dall'Enciclopedia del rock italiano come il "Pete Seeger italiano", è uno dei precursori della chitarra rock and roll in Italia. Suo compagno di debutto fu Gino Santercole, nipote di Adriano Celentano e primo chitarrista del gruppo de I Ribelli.

Nel 1958 è stato chitarrista del trio Pepe, Pietruccio & Lallo (poi divenuti Dik Dik). Nel 1959 ha inciso il suo primo disco sotto il nome di Ricky Sann: Ciao ti dirò per l'Excelsius, etichetta discografica torinese legata alla Cetra, con sul retro una sua versione di Bye Bye Love degli Everly Brothers.
Il suo secondo disco è invece un rock all'italiana: Precipito, inciso anche da Brunetta. Urlatore convertito al rock and roll, nel 1960 collabora con I Ribelli e, successivamente, con i Quelli, precursori della Premiata Forneria Marconi. Sempre in quell'anno fonda la propria band - Ricky Sanna e il suo complesso - assieme a Luigi Tenco al sax ed Enzo Jannacci al pianoforte; con i due musicisti pubblica il singolo Distrattamente.
Successiva è un'incisione con Gino Paoli - Come un bambino - pubblicata sotto il nome d'arte Ricky e un altro.
Dopo una stagione si unisce a Colin Hicks and his Cabin Boys, e nel 1961 entra nel Clan Celentano, esperienza che brevemente lo porterà a una brusca rottura con il "Molleggiato" dopo aver inciso per sé Vedrai che passerà e nel 1962 Non c'è pietà, versione italiana di Unchain my Heart di Ray Charles.

Nel proseguimento dell'attività (anno 1963) Gianco pubblica tre album con la Jaguar, intitolati Una giornata con Ricky Gianco, Ai miei amici di "Ciao amici" e Ricky Gianco Show.
È in questo periodo che Gianco compone un considerevole numero di canzoni (fra cui Pugni chiusi, composta insieme a Luciano Beretta e Gianni Dall'Aglio, e portata al successo dai Ribelli di Demetrio Stratos), traduce testi inglesi (di canzoni di genere beat) mostrando un vivo interesse per la produzione dei Beatles. Degni di nota sono i singolari brani scritti con Gian Pieretti che Gianco eseguì manifestando un originale talento anche come chitarrista.
Negli anni settanta porta avanti alcuni progetti musicali (e in seguito teatrali) con il cantautore Gianfranco Manfredi, fra i quali spicca l'album Zombie di tutto il mondo unitevi pubblicato nel 1977 (lavoro pregevole del quale Ricky Gianco è autore di tutte le musiche).
Parallelamente si dedica anche all'attività di discografico. Nel 1987 è l'orco in Pollicino di Hans Werner Henze con Fedora Barbieri al Teatro Comunale di Firenze. Più tardi torna a collaborare con Paoli per la canzone Parigi con le gambe aperte ed alla tournée del 1989 da cui è stato tratto l'omonimo album live.
Nel 1992 esce l'album Piccolo è bello, che include il singolo Anche un vagabondo, con la partecipazione di Roberto Manfredi e il musicista Gaudi.
Nel 2004 ha portato in teatro uno spettacolo scritto a quattro mani con Alberto Tonti intitolato È rock'n'roll.
Dal 2007 conduce la trasmissione Tuttifrutti su Radio 24.
Il 9 maggio del 2009 è ospite d'onore al Premio Donida, al Teatro Derby di Milano, dedicato al maestro Carlo Donida, insieme ad altri artisti quali Mogol, Mario Lavezzi, Platinette, e Michele Fenati e il suo Quartetto.
Il 25 settembre 2013 partecipa al concerto per festeggiare i cinquant'anni di carriera di Gian Pieretti, che si tiene all'Auditorium di Mortara (dove il cantautore risiede) un concerto a cui partecipano molti musicisti tra cui Viola Valentino, Ivan Cattaneo, Marco Bonino, Mario Tessuto, Paky Canzi, Donatello, i Camaleonti ed Elisabetta Viviani, oltre allo stesso Pieretti[3].
Il 10 maggio 2014 a Vobarno ha ricevuto la Targa alla Carriera durante la manifestazione Musica da Bere.[4]

DARRAGH  O'NEILL

Darragh O'Neill è considerato uno dei più importanti chitarristi classici/acustici irlandesi.

Le sue doti di musicista e di compositore lo hanno portato ad esibirsi nelle migliori sale da concerto del mondo come la Carnegie Hall di New York, la Wigmore Hall di Londra, la Oude Kerk di Amsterdam, il Teatro Manggha di Cracovia, la Nazionale Concert Hall di Dublino ecc.

Le sue performance mostrano una grande maturità stilistica dove la delicatezza ed il virtuosismo si alternano per stimolare l'immaginazione del pubblico e toccarne il cuore.

La sua formazione musicale è iniziata all'età di sette anni con lo studio del violino e, una volta passato alla chitarra classica, Darragh ha allargato i suoi orizzonti musicali applicandosi ad una grande varietà di stili.

Il suo CD di debutto 'Fontana' è una raccolta di suoi arrangiamenti di alcuni dei classici barocchi più amati del repertorio chitarristico, tra cui musiche di JSBach, Domenico Scarlatti, Gaspar Sanz e Turlough Carolan. Il CD contiene, però, anche sei composizioni originali.

 

Sin dalla sua prima apparizione al Guitar International Rendez-vous, Darragh ha avuto uno straordinario successo, tanto da essere diventato uno dei beniamini del pubblico  e dei partecipanti ai seminari della Convention.

 

Attualmente O'Neill insegna al Blackrock College ed alla Rathdown School 

 

 

Massimo Bonelli

E’ stato Direttore Generale della Sony Music, trascorrendo 35 anni nel mondo del marketing e della promozione discografica, sempre accompagnato da una grande passione per la musica.

Ha lavorato alla EMI quando, in un periodo di grande creatività musicale, John Lennon, Paul McCartney e George Harrison hanno iniziato produzioni proprie di alto livello e i Pink Floyd hanno fatto i loro album più importanti e Francesco Guccini dava via all’era dei cantautori. Sino a quando, con i Duran Duran da una parte ed il punk dall’altra, è arrivato il decennio più controverso della musica.

In CBS (più tardi Sony Music), ha collaborato con artisti storici come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Rolling Stones, Ivano Fossati, Cyndi Lauper, Franco Battiato, George Michael, Claudio Baglioni, Ivano Fossati, Pearl Jam, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Michael Jackson e tanti altri…

Si fatica davvero a individuare un artista con il quale non abbia mai lavorato, nel corso della sua lunga vita tra pop e rock.

Ha realizzato tre mostre: "Una Vita tra Pop & Rock" (2014), oggetti e merchandising, i ricordi di una carriera in mezzo alle stelle e "I Colori del Rock" (2016) con opere di pittori, scultori e grafici che hanno fatto della musica uno dei temi della loro arte. Nel 2017 "Obiettivo Rock" la più grande rassegna di immagini dei principali fotografi del rock.

Dal 2015 collabora con il web magazine Spettakolo.it scrivendo aneddoti della sua carriera discografica e storie a tema musicale, dove la fantasia è protagonista.

Nel 2016 ha pubblicato il libro "La vera fiaba di EmJay" (Lupetti Editore), un racconto in bilico tra la fantasia e la realtà, denso di personaggi immaginari o realmente esistiti che hanno colorato i sogni di più generazioni.

Dal 2017, tra un viaggio e l’altro, scrive e narra racconti musicali ai confini tra fantasia e realtà, partecipando a manifestazioni culturali e a serate musicali. Molti di questi racconti sono stati adattati per la trasmissione radiofonica "Rockonti" in onda su Radio Popolare dall’aprile 2019.

Recentemente ha pubblicato il libro "ROCKONTI Storie ai confini tra fantasia e realtà" (Caissa Italia Editore, un viaggio attraverso le sue esperienze musicali, professionali e di vita, rielaborate con un pizzico di fantasia., che permette di creare mondi altrimenti troppo stretti nella gabbia della realtà.

 

 

Vanni Tonon

Vanny Tonon è un chitarrista e compositore italiano.

 La sua vita musicale inizia con il Rock e fin da piccolo si appassiona allo studio della chitarra perfezionandosi poi alll’MMI e laureandosi in Jazz al conservatorio di Adria.

Nel 2011 diventa celebre per aver vinto il Guinness World Record come chitarrista più veloce del mondo al "Lo Show dei Record" suonando a 340 bpm il famoso "Volo del Calabrone".

Con il suo brano "Vanny’s blues" vince il premio "Obiettivo MaF" e decide di registrare il suo primo album solista , "The Tourist of Love ", che vedrà la luce nel 2017 con ospite Jennifer Batten, storica chitarrista di Michael Jackson. Ha suonato con Will Hunt nel suo "Invasion Tour" ed ambassador internazionale del marchio Eventide e si è esibito come ospite in importanti fiere itali internazionali come il NAMM Show a Los Angeles, Soundmit, Musikmesse, Music Wall, Guitar Show etc… 

Collabora con Massimo Varini alla realizzazione dei propri corsi stilistici dal titolo "Rock Impact"e "Tapping Impact" e prende parte al progetto "You are the Champions" promosso dai Queen, rappresentando l’Italia.

E’ stato citato dalla nota rivista "Guitar World" tra "i 10 chitarristi da ascoltare nel 2020" e nel 2021 lo stesso portale gli ha dedicato un articolo riguardante una tecnica da lui sviluppata denominata "Hybrid Slap". Ha pubblicato inoltre un libro didattico dal titolo "Guitar Architectures" entrato nella categoria Bestseller di Amazon.

Dal dicembre 2020 è ufficialmente un endorser internazionale del marchio Ibanez e sta lavorando al suo secondo album solista composto da brani sperimentali per sola chitarra e suoni molto particolari.

Nel 2022 è stato citato all’interno del libro/enciclopedia della chitarra di Yvetta Kajanovà dal titolo "Musica Rock, " insieme a chitarristi e musicisti di fama mondiale. Nel 2022 è ospite della trasmissione radiofonica della Rai " Rock Revolution " e del programma di Carlo Conti "Tocca a Te" su RaiPlay.

Nel 2023 il Modern Music Institute gli ha conferito un Diploma Honoris Causa alla carriera per meriti artistici e didattici.